15.2.18

ABUSO DI RAZZISMO IN ITALIA?

Ecco una moda politicamente corretta del luogo comune più trito. Il vocabolo più abusato del momento è “razzismo”. Basta un niente per bollare un interlocutore con questo termine delegittimante. L’epiteto “razzista” è spesso fuori luogo, come quello di “fascista” negli anni ’70, appioppato a chiunque non si allinea - oggi come nel passato - agli ipocriti canoni del pensiero unico. La sua inflazione esplicativa veicolata soprattutto dagli eterodiretti mass media tricolori, non trova però alla prova dei fatti valide giustificazioni. Spesso il termine “razzista” viene tirato in ballo a sproposito, e viceversa, ma non viene pronunciato quando sarebbe il caso di proteggere e difendere la popolazione italiana. 

Il clandestino, addirittura quello che delinque impunemente, nel belpaese è una specie protetta: lui può commettere i più efferati delitti, le peggiori oscenità impunemente perché ha il nulla osta delle più alte sfere dello stato e della chiesa cattolica. Loro lo sanno e se ne infischiano di un poliziotto o carabiniere, perché dall'alto hanno impartito l'ordine di non punirli. Attualmente, con tutto il rispetto per profughi e migranti costretti ad abbandonare la propria terra per via dello sfruttamento capitalistico - non c'è alcun rispetto per l'Italia e per gli italiani.


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